Mappa Del Mondo
MAPPA DEL MONDO
[…]Le persone non reagiscono emotivamente ai fatti, né alla descrizione dei fatti; le persone reagiscono emotivamente ai significati che i fatti hanno per loro. Le emozioni non sono quindi una funzione della realtà, ma sono una funzione delle credenze delle persone a proposito del senso da attribuire alla realtà.
R. Bandler, J. Grinder
Quando comunichiamo, lo facciamo per esporre le nostre idee, o le nostre intenzioni e mentre lo facciamo il nostro interlocutore può essere d’accordo o meno col nostro pensiero; negli ultimi anni, con l’avvento dei social network, lo scambio di opinioni intorno a qualsiasi dimensione della realtà è diventata una pratica all’ordine del giorno. Spesso assistiamo a violente discussioni, anche tra sconosciuti, con toni piuttosto accesi, che in qualche caso degenerano in denunce. E dal vivo la situazione non migliora: parlare significa negoziare dei significati non sempre comuni e una semplice discussione, in situazioni più gravi, può anche degenerare in uno scontro fisico.
Per evitare che le cose degenerino è importante saper gestire la comunicazione (negoziare e gestire il conflitto); tranne nei casi di evidente dogma scientifico, non sempre una delle parti ha ragione per intero e l’altra, interamente torto, anzi, si può affermare che in molte circostanze entrambi gli interlocutori possano aver ragione, solo che ognuno di loro vede ed interpreta la realtà sotto una luce differente; il modo che ognuno di noi possiede e usa per interpretare la realtà e per rispondere a determinati stimoli, si chiama MAPPA DEL MONDO.
Come si forma questa mappa? Le differenti interpretazioni della realtà si formano sulla base delle proprie percezioni ed esperienze pregresse, e la costruzione di queste “mappe” avviene con le informazioni che raccogliamo attraverso i canali sensoriali (visivo, auditivo, cinestesico), attraverso i canali sociali (la famiglia, il nostro gruppo di riferimento), individuali (la nostra storia pregressa). La mappa altro non è che la visione soggettiva della realtà. Abbiamo una mappa del mondo perché il nostro approccio alla vita è limitato al nostro essere persone finite e non onniscienti, e sarebbe impossibile conoscere direttamente la realtà: è necessario ricorrere a una sua rappresentazione, un suo modello, che ci dia un’indicazione, lungo l’arco della vita, di come muoverci all’interno del territorio del reale.
Da piccoli impariamo a rispondere in un certo modo all’ambiente esterno: queste risposte si sovrappongono come tasselli, diventando il modo in cui rispondiamo a stimoli simili (o che noi supponiamo esser tali), costituendo la nostra personale mappa del mondo. Ciò significa che la nostra mappa non è il territorio, poiché non coincide con la realtà intera, ma ne è solo una sua rappresentazione personale, e dunque vi saranno tante mappe quante persone vi sono sulla terra, ognuna di esse con una sua personale mappa.
Riconoscere le mappe altrui ci aiuta ad elaborare un sistema di comunicazione che diventa efficace nel momento in cui riusciamo attraverso i gesti e le parole, a far accogliere il nostro interlocutore il nostro punto di vista.